VERGOGNA. Vergogna forse è poco. Questo è il frutto della società di oggi, della società “moderna”, piena di finto buonismo, superficialità, apparenza e stupidità. Questo è lo specchio dell’80% della società odierna. Questo è il frutto di decenni di distruzione sociale, politica, culturale, dove le parole educazione, responsabilità, dialogo e regole non esistono più. Questo rappresenta le famiglie di oggi, quelle che vengono dette moderne, ma che, a mio avviso, sono solo ridicole. Sono quelle famiglie dove i genitori sono troppo impegnati a farsi selfie, a stare su Facebook e su whatsapp a chiacchierare con gli amici, a fare aperitivi e serate, a fare i vecchi giovani. Sono quelli che fanno i figli solo perché è bello essere incinta, comprare le tutine, sfoggiare bambolotti nel passeggino, ma che mai si occupano davvero di loro. Questi sono figli delle famiglie moderne, dove non ci sono regole, non c’è dialogo, non c’è condivisione, dove ognuno è troppo preso da farsi le unghie o guardare le partite ed il figlio è solo un accessorio, qualcuno che non deve rompere a casa, da accontentare, non da educare. È più facile dire sempre sì ai figli, al posto di scontrarsi con loro, parlarci, farli crescere, maturare, brontolare e punire. Ma, oggi, si sa, tutto finisce a tarallucci e vino, perché è l’apparenza che conta e non la sostanza. Perché l’apparenza “fa più fighi”, fa “moderni”, fa sì che ci si volti dall’altra parte se l’anziana vicina di casa vuol fare due chiacchiere, se un amico o un parente non ha un lavoro, ma bisogna accogliere finti immigrati e fare grandi falsi discorsi sulla politica e l’economia. VERGOGNA è la sola parola che si può scrivere, per non dire molto di peggio. Finché nessuno si ribellerà, questa sarà la così bella società moderna, voluta da un branco di nullafacenti, che da decenni ha fatto perdere il senso delle cose importanti della vita, delle regole, della educazione, della responsabilità. Perché un popolo di pecore è più facile da controllare che di un branco di lupi. Non ci sto, mi dispiace e di questa società moderna e delle sue “famiglie” ridicole, non voglio condividere niente.
“Che sapore ha una focaccia”
