“Sì” a Sollicciano

Avvocato Corinna Fabbri | "Sì" a Sollicciano

Riporto un articolo di La Nazione del 2016, che ha testimoniato un particolare evento avvenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano.

“Firenze, 4 aprile 2016 – Stamani, nel giardino degli incontri, hanno coronato il loro sogno e si sono uniti in matrimonio, davanti al cappellano don Vincenzo Russo nel carcere fiorentino di Sollicciano. Protagonisti: Mara, 29 anni, detenuta nel reparto femminile, e Salvatore,36 anni, che invece sta scontando la sua pena nella sezione maschile. Una cerimonia semplice e ristretta, con pochi familiari, in tutto una ventina di persone, compreso i genitori. Dopo la cerimonia, Mara e Salvatore, hanno potuto trascorrere insieme solo due ore, poi sono rientrati nelle rispettive celle. Entrambi però usciranno dal carcere definitivamente in tempi rapidi, prima lei e poi lui al quale mancano ancora due anni, ma, spiega don Vincenzo, potrebbe contare su qualche beneficio. «Ho già celebrato numerosi matrimoni, ma è la prima volta che mi capita in carcere», dice il cappellano. «Quella di Mara e Salvatore è una storia bellissima, che mi ha colpito dal punto di vista emotivo. Entrambi hanno mostrato una grande volontà di cancellare il passato e iniziare una nuova vita fuori dal carcere». «Di solito dopo il matrimonio si fa il viaggio di nozze, ma loro lo faranno in carcere. Io avevo proposto di celebrare le loro nozze, una volta fuori da Sollicciano, ma loro volevano sposarsi subito, sono innamoratissimi e così è stato», racconta ancora don Vincenzo. In carcere i due, che si erano conosciuti ma fugacemente quando erano ancora fuori, hanno comunicato col ‘panneggiò, l’alfabeto dei detenuti che usa le lenzuola: una lettera diversa a seconda di come viene mosso il panno. Poi, una volta, rinunciando al colloquio con i rispettivi parenti, hanno chiesto di incontrarsi fra loro e la decisione delle nozze.”

L’episodio non è isolato, ma denota ed evidenzia come sia possibile, anche se difficile e complesso, riuscire a coltivare una speranza, un futuro, addirittura l’amore, all’interno delle case circondariali, in momenti di assenza di libertà.